La Bussola del Successo: le regole per essere vincenti, restando liberi – Paolo Gallo
Rizzoli-Etas, disponibile dal 1 Settembre 2016
« Il Viaggio più importante della nostra vita non è quello in terre lontane ma quello dentro di noi »
Nel mio passato professionale ho ricoperto ruoli similari a quelli dell’autore ed ho sperimentato modelli di Leadership, Organizzativi e di Governance differenti, non rimasti sulla carta e nei codici etici o nelle interviste alla stampa, ma applicati realmente in alcune organizzazioni perchè gli stakeholders, che a partire dagli azionisti sono persone reali, le condividevano, rispettavano e promuovevano
Raramente in Europa mi sono trovato così allineato con il pensiero e l’azione che questa bussola rappresenta, questo è il motivo per cui lo condivido … libertà e responsabilità, la mia esperienza evidenzia che i piccoli e quasi innocui compromessi portano alla rovina delle organizzazioni (a parte quelle protette dagli oligopoli) e alla disfatta della libertà degli individui
Vi invito a guardare ad esempio il caso recente di Wells Fargo (Wells Fargo and the Slippery Slope of Sales Incentives, even a strong compliance function can’t counteract a compromised culture), la piú grande banca retail americana, dove il modello di compensation e la cultura aziendale stanno impattando pesantemente sul suo vertice (dimissioni di ieri) e sul suo business (interi stati americani che ritirano i mandati per centinaia di milioni di dollari).
…. “Ma così i peggiori selezionano i peggiori. Non esiste speranza di miglioramento, per le organizzazioni che non funzionano. Sta dicendo, in pratica, che Diego Piacentini di Amazon avrebbe fatto bene a restarsene lì, invece che accettare la missione di digitalizzare la pubblica amministrazione italiana…
Dal punto di vista dell’organizzazione è un bene che ci sia gente che prova a cambiare i contesti che non funzionano. Ma io guardo agli individui. A un giovane consiglierei tutta la vita di evitare di fare Don Chisciotte con i mulini a vento” ….
A questo proposito e per confronto, vi invito a leggere, osservare e capire, il caso dell’Estonia, un piccolo paese parte dell’Europa dove per necessità e volontà condivisa dalla maggioranza del paese, anche contro gli interessi di albi professionali, dipendenti pubblici ecc., è stato messo al vertice dei processi della pubblica amministrazione un CIO (Taavi Kotka) con pieni poteri e deleghe che ha saputo dare una svolta alla digitalizzazione del paese… i risultati sono visibili a tutti e reali (a ‘country as a service’), oppure a vedere i successi di Malta dove ora vivo nelle practice di e-Government. Insomma, ci sono gli individui e le tribù … la loro relazione con l’ambiente è il cambiamento, ci si attrae per valori comuni e ci si allontana per comportamenti non condivisi
MALTAWAY, per il tuo CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, BOARD GOVERNANCE & NON EXECUTIVE DIRECTOR (NED)
Siamo agli inizi della quarta rivoluzione industriale, in un’epoca veloce, alle volte brutale e di radicale trasformazione, non solo tecnologica. Abbiamo bisogno di ancorare la nostra vita di lavoro con i nostri valori. Il libro “La bussola del successo” ridefinisce il concetto di “avere una carriera di successo”. Non una corsa forsennata, tutti contro tutti, in cui pochi eletti vincono – alcuni imbrogliando – ma qualcosa di più profondo, significativo e rilevante, possibile per tutti noi. Sono pagine ed insegnamenti che ci aiuteranno a ragionare, basati su studi, ricerche e storie vere, collezionate in 25 anni di esperienza dell’autore. Questo libro aiuta a fermarsi a riflettere su chi siamo, cosa rappresentiamo e come possiamo avere una carriera di successo autentico con la nostra integrità, passione e talento. Tutti noi possiamo avere una carriera di successo e sviluppare il nostro talento. Tutti noi possiamo diventare eroi positivi, imparare le regole per essere vincenti, rimanendo liberi.
Paolo Gallo è Chief Human Resources Officer al World Economic Forum dal 2014. E’ stato Chief Learning Officer presso la Banca Mondiale a Washington DC e per sei anni come Direttore delle Risorse Umane presso la BERS a Londra. Paolo Gallo ha lavorato alla International Finance Corporation a Washington DC e all’inizio della sua carriera presso Citigroup Investment Banking a Milano, Londra e New York. Paolo Gallo è un coach certificato presso la Georgetown University, laureato presso l’Università Bocconi di Milano e Chartered Fellow FCIPD, Regno Unito, collabora con l’Università Bocconi e Hult-Ashridge Business School UK
Introduzione
IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Mio padre aveva fatto una promessa impegnativa a me e a mia sorella gemella: sarebbe stato presente per il nostro primo giorno di scuola. Lavorava in Brasile e ritornava in Italia solo due volte all’anno, in agosto e a Natale. Giunto finalmente il fatidico giorno, quando ci svegliammo nostro padre non era a casa. Provammo una grande delusione, stemperata però dall’eccitazione di cominciare la scuola. Il primo giorno passò velocemente; quando squillò la campanella d’uscita, mio padre ci stava aspettando ai cancelli. Vederlo fu per me una gioia incontenibile e, insieme a mia sorella, gli saltai in braccio. Durante il tragitto per tornare a casa, lo inondammo con le nostre storie: cosa avevamo fatto, i nomi dei nuovi compagni di scuola, la maestra, la lavagna con tutti i gessetti colorati, la mappa dell’Italia sulla parete. A casa, durante il pranzo continuammo a raccontare. Alla fine del pasto mio padre volle parlare prima con mia sorella e poi con me; quindi lo seguii in salotto, dove mi invitò a sedermi di fronte a lui. Restò in silenzio alcuni secondi, poi mi guardò negli occhi e mi disse: “Paolo”, era la prima volta che mi chiamava con il mio nome, in famiglia per tutti ero sempre Paolino. “Paolo, da domani non dire che cosa hai fatto, ma chiediti se ami quello che fai, che cosa hai imparato e se sei riuscito ad aiutare gli altri: il resto non conta.” Mi mise una mano sulla spalla, mi guardò ancora negli occhi, come se fossi un adulto, e si alzò. Poche ore dopo, riprese l’aereo per tornare in Brasile: aveva mantenuto la sua promessa. Tra i milioni di parole che ho ascoltato e letto nel tempo, quella frase di mio padre, pronunciata il 1° ottobre 1969, è quella che ha maggiormente influenzato la mia vita. Cosa ho appreso da quella frase? Ho imparato a non pensare alle risposte corrette se non ho formulato le giuste domande: amo quello che faccio? Sto imparando qualcosa? Sto aiutando qualcuno? Il resto non conta. Lavoro da molti anni come responsabile della funzione del personale, chiamata anche Human Resources: nello svolgere il mio lavoro, ho potuto verificare quanto sia più importante partire dalle domande giuste, piuttosto che cercare di indovinare le risposte. Albert Einstein disse: “Se avessi solo un’ora per risolvere un problema e la mia vita dipendesse dalla soluzione, passerei i primi 55 minuti a capire quale sia la domanda giusta da porsi”. Ho potuto osservare centinaia di carriere e mi sono chiesto: “Come mai solo alcuni di noi hanno successo, molti si limitano a sopravvivere e tanti, troppi, falliscono?”. Abbiamo scelto un lavoro in base alla nostra passione e al nostro talento? Abbiamo capito le regole del gioco, la cultura organizzativa, per evitare di essere lost in translation, perduti nella traduzione? Siamo riusciti a costruire la fiducia, di chi ci possiamo fidare? Che prezzo siamo disposti a pagare per far carriera? Quando è il momento giusto di andarsene? Come valutiamo il successo professionale? Come rimanere liberi? Cosa conta veramente? Questo libro cerca, sempre partendo da domande, di fornire spunti di riflessione, strumenti e suggerimenti pratici per avere, o per meglio dire, essere una carriera di successo definita però secondo parametri decisi da noi stessi, non da altri e certamente non impostati solo sul profitto e su come fare carriera a tutti i costi, senza riflettere sulle conseguenze. Lo so, alcuni mi prenderanno per matto o anche peggio, mi considereranno una persona viziata e choosy e mi ricorderanno che è già un miracolo avere un lavoro. Sono argomenti comprensibili: anche solo ipotizzare di scegliere un lavoro, considerati i tassi di disoccupazione altissimi, può sembrare un’utopistica via di mezzo tra un lusso di altri tempi e un sogno poco realistico, se non addirittura irrealizzabile. Invece io sono convinto dell’esatto contrario. Solamente scegliendo e costruendo una carriera allineata ai nostri valori, ai nostri scopi e alle nostre motivazioni profonde, saremo in grado di fare un ottimo lavoro e di conseguenza avremo successo e gratificazioni. In questo piccolo gioco di parole, si cela uno dei segreti: se scegliamo consapevolmente la professione e la cultura giusta per noi stessi, non faremo un lavoro ma saremo il lavoro che facciamo. Parlo di autenticità, di essere ciò che facciamo, di non recitare per otto ore al giorno. Ho partecipato alla festa di pensionamento di una persona che aveva passato 28 anni nella stessa organizzazione. La sua ultima frase è stata: “Sono venuta in ufficio per quasi trent’anni, ma ho sempre lasciato il cuore a casa mia”. Una tristezza infinita, una vita professionale buttata al vento, un talento sprecato, tanti anni di recite mediocri, per giunta pagata maluccio. Ne valeva la pena? Se scegliamo una carriera sulla base di criteri erronei o stabiliti da altri, saremo eventualmente costretti a recitare in una squallida commedia scritta da altri in cui abbiamo solo una particina insignificante. Quando andiamo al ristorante chi sceglie cosa mangiamo? Noi vero? Bene, se siamo perfettamente capaci di scegliere in autonomia su questioni marginali come un piatto al ristorante, a maggior ragione abbiamo il dovere di farlo riguardo alla nostra carriera, perché siamo noi gli autori delle nostre scelte professionali. A questo proposito, Viktor E. Frankl, autore del libro Uno psicologo nei lager, ci ha lasciato un insegnamento fondamentale: ci possono portare via tutto ma non la possibilità di compiere scelte autonome, anche nelle situazioni più disperate. Il volume è composto da storytelling, storie tratte da varie fonti, come la mitologia greca, lo sport, la politica statunitense, la storia, brevi casi aziendali e personali, fatti di cronaca e alcuni concetti e teorie di management e coaching, insieme a molte citazioni di libri, film, canzoni, articoli, video, discorsi, pagine web che hanno contribuito alla narrativa. Mi rendo conto di aver sempre giocato in trasferta, trascorrendo 23 anni all’estero: 12 a Washington, nove a Londra e due a Ginevra, dove vivo adesso. Ho avuto la fortuna di lavorare con persone straordinarie, in più di 60 nazioni diverse. Questa esperienza ha certamente contribuito a offrirmi una prospettiva particolare, incluse le lenti attraverso le quali osservo l’Italia, che, come disse Leonardo Sciascia, “da lontano duole di meno”. La mia vicenda professionale e soprattutto quella umana mi hanno convinto che tutte le persone hanno almeno un talento particolare che aspetta solo di essere scoperto, incoraggiato e utilizzato. Sono convinto di poter essere d’aiuto, di poter dare una mano e di convincervi non solo a non arrendervi ma a utilizzare strategie e sentieri che non pensavate esistessero. Le storie che leggerete sono tutte vere: svelerò segreti, mostrerò trucchi, offrirò strumenti, sperando possano essere utili, pragmatici e anche divertenti. Allo stesso tempo vorrei chiarire che non sarò certo io a fornirvi la Risposta che state cercando né tantomeno a dirvi cosa dovete o non dovete fare. Che titolo avrei per farlo? Il mio ruolo sarà quello di aiutarvi a formulare la domanda giusta e di accompagnarvi nel viaggio. Infatti, nessuno può fornirci le risposte corrette, dobbiamo trovarle dentro di noi. Il successo professionale non è un miracolo o un colpo di fortuna; se non riusciamo a ottenere questo successo, non possiamo incolpare qualcun altro: siamo noi a guidare la nostra vita, abbiamo sempre scelte da compiere, da persone libere, sapendo che la felicità consiste nel viaggio, non nell’arrivare. Nel viaggio non saremo mai soli, starà a noi scegliere i compagni di ventura. Il libro è diviso in tre parti: Passione, La bussola, Libertà. La domanda che caratterizza il Capitolo 1 è: “Come scoprire qual è la nostra Passione?”. Io lo imparai da un artista di strada, Gerardo, che dipingeva acquerelli nella via principale di Antigua, uno stupendo villaggio coloniale negli altipiani del Guatemala. Su questa strada c’erano moltissimi artisti che disegnavano paesaggi, ma le opere di Gerardo mi colpirono molto: avevano una luce particolare. Durante una giornata di pioggia torrenziale, notai che sulla via non c’erano artisti eccetto Gerardo che, sotto un ombrellone, continuava imperterrito a disegnare. Lo raggiunsi per acquistare un suo acquerello, ma aveva a disposizione solo quello che stava ultimando. Gli chiesi il prezzo per quella sua opera, mi rispose: “50 dollari”. Cercai di ottenere uno sconto perché non era terminata. Gerardo mi rispose che abitualmente vendeva i suoi acquerelli a 25 dollari, ma per quello che volevo comperare dovevo pagarne 50. Non capivo. Gerardo mi disse: “Ti faccio pagare il doppio perché tu mi neghi la gioia che provo nel terminare un lavoro che amo”. Gli diedi 50 dollari, felice di aver imparato una lezione indimenticabile, senza prezzo. La seconda parte del libro, La bussola, ci aiuterà a orientarci e si sviluppa in vari capitoli basati su una serie di domande. Nel Capitolo 2 ci chiederemo: “Come capire quale sia il Villaggio, la cultura giusta per noi?”. Dopo un’introduzione teorica su cosa sia la cultura, avrete a disposizione strumenti pratici per capire la cultura di un’organizzazione. Nel Capitolo 3 risponderemo alla domanda: “Come facciamo ad arrivare dove vogliamo, farci assumere dall’organizzazione che fa per noi?”. In questo capitolo otterrete molti suggerimenti pratici e utili come, per esempio, scrivere un curriculum, affrontare un colloquio, sapere se le organizzazioni vi dicono la verità. Il Capitolo 4 risponde a un interrogativo chiave: “Come ottenere fiducia, sapendo che questa è l’ingrediente più importante in ogni relazione?”. Qui troverete una formula con tutti gli elementi che contribuiscono a creare, o distruggere, la fiducia. Il Capitolo 5 sarà dedicato alle domande: “Di chi ci possiamo fidare? Come capire le regole del gioco?”. Entreremo in uno zoo – o forse dovrei scrivere in una giungla – dove troveremo vari tipi di animali che dobbiamo assolutamente imparare a distinguere. Vi sorprenderò dimostrandovi che siamo circondati da eroi invisibili o abbiamo, ora e qui, la possibilità di diventarlo anche noi. Il Capitolo 6 ci porrà di fronte a un quesito fondamentale, che ci costringerà a scavare profondamente nella nostra anima: “Quale prezzo siamo disposti a pagare per far carriera?”. Condividerò con voi storie di persone che hanno fatto un “patto con il diavolo”. Anche la terza parte del libro, Libertà, sarà caratterizzata da domande. I temi del Capitolo 7 saranno: “Come fare carriera? Cosa ci può aiutare? Quali errori dobbiamo evitare?”. “Should I stay or should I go?” scandisce il Capitolo 8: quando è il momento giusto di andarsene da un’organizzazione? Come veniamo veramente valutati? L’ultima parte del libro viene sviluppata nel Capitolo 9: “Cosa conta davvero? Cosa vuol dire avere successo secondo i nostri valori come persone, non in base a criteri stabiliti da altri? Qual è il vero capitale di cui noi siamo responsabili?”. Buona lettura, buon divertimento e buon viaggio.